Esaminare in dettaglio una mappa del mio stato natale, l’Ohio, è un po’ come fare un viaggio nell’Europa di un universo parallelo ed alternativo al nostro. Chilometro dopo chilometro (anzi, miglio dopo miglio, visto che stiamo parlando di Stati Uniti) ci si imbatte in nomi di città non del tutto originali come London, New London, Dublin, York, Oxford, Genoa, Mantua, Sparta, Athens, Toledo, Cadiz, Belfast, New Vienna, Versailles, solo per citarne alcune.
Ma chi ha dato i nomi alle città dell’Ohio non si è certo limitato a fantasticare sull’Europa! Non dimentichiamoci che dalle mie parti esistono città come Cairo, Lima e Lebanon. Altre comunità hanno preso invece in prestito il loro nome da altre grandi città degli States. Per esempio, in Ohio si possono trovare paesini sperduti come Houston, Denver, Newark ed Austin, che non hanno però nulla in comune con i loro omonimi più famosi.
E non mancano neppure città il cui nome ricorda allo stesso tempo quello di una città Americana ed Europea, giusto per non farsi mancare nulla. E’ questo il caso di New Albany, Plymouth e Lexington. Esistono poi città dal nome ancora più particolare, la cui etimologia spesso deriva da termini propri delle culture native americane o la cui origine è del tutto sconosciuta. Su queste ultime, vi propongo un gioco: provate ad indovinare come noi “Ohioani” pronunciamo il nome di luoghi come Bucyrus, Scioto, Cuyahoga e Chillicothe. Dopo averci provato, potete poi controllare se avete indovinato su questo sito sponsorizzato da un giornale di Columbus (la capitale dello Stato), il quale le riporta una ad una!
Chiamiamole manie di grandezza, pigrizia o semplice mancanza di creatività, ma noi Ohioani non siamo gli unici americani ad aver rubato i nomi di città staniere per costruirci una nostra toponomastica. Vogliamo parlare della Florida, dove puoi ritrovarti a St. Petersberg, Panama City, Naples, Venice, Interlachen o Havana nel corso di un solo road trip? Oppure del Texas, dove questo fenomeno è stato trasformato in un famoso meme già da tempo?
Meno male che il buon vecchio William Penn, quando ha fondato la metropoli americana dove vivo attualmente, è stato un po’ più originale. Philadelphia, ovvero la città più grande, popolosa e antica della Pennsylvania, ha un nome che in greco antico significa “amore fraterno”.
Ma se parliamo di Philadelphia, non possiamo che parlare anche della mia nuova ossessione. Ho scoperto da poco che anche la mia beneamata Philly condivide il suo nome con un’altra città europea, ma non perché Penn abbia copiato questo nome da qualcun altro. Anzi, in questo caso sono stati gli Europei a copiare noi americani!
Parlo, ovviamente, della ridente cittadina di Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia. La città fu fondata nel 1783 dai residenti di un altro borgo vicino distrutto da un terremoto, i quali —sì, è proprio così— hanno preso in prestito il nome della loro nuova comunità proprio dall’allora giovane metropoli della Pennsylvania. La cugina calabrese della metropoli “yankee” ha pure la stessa pianta a scacchiera divisa in quattro.
Ora la devo assolutamente visitare. Chissà cosa ci troverò? Il nostro cheesesteak con una piccola aggiunta di ‘nduja? La strana tradizione dei miei concittadini a salire sui lampioni dopo una vittoria sportiva (cosa ormai diventata uno sport in sè, come evedenziato dalla competizione annuale di salita sul lampione al festival del quartiere italoamericano della mia città)?
Beh, probabilmente ci troverò poco in comune, a parte il nome e la pianta a schacchiera. Ma ci vorrei tanto andare lo stesso, e sono sicura che mi piacerebbe. Nel frattempo, mi chiedo se i milanesi si divertirebbero così tanto a fare movida a Milan, Ohio (pronuncia: MAI-lǝn), città in riva al lago Erie con una popolazione di 1.317 abitanti?
Una volta ci sono stata. Il paese è carino e vanta attrazioni molteplici come il lago, un locale che si chiama Jim’s Pizza Box, il lago e…ok, veramente a Milan, Ohio, di bello c’è solo il lago, e non è che in Lombardia manchino i laghi. Ma come rimproverarli in fondo? Come diceva Leonardo Sciascia, a ciascuno il suo!
Nata in Ohio e vissuta in passato a Bologna e a Genova, Mary Migliozzi attualmente vive vicino a Philadelphia, dove lavora nell’ambito dei programmi internazionali universitari. Per oltre 15 anni ha insegnato e ha fatto ricerca accademica in Italian Studies, concentrandosi sulla letteratura dialettale italiana e sulla musica pop e cantautoriale del Bel Paese. È un’appassionata di romanzi gialli inglesi, romanzi russi troppo lunghi per essere letti tutti d’un fiato, e del Festival di Sanremo.