Fantasmi a Natale: storie, letture e tradizioni dall’Inghilterra vittoriana

C’è una canzone natalizia che si sente sempre qui dove vivo, negli Stati Uniti, ma che forse è molto meno conosciuta in Italia. Si tratta di “It’s the Most Wonderful Time of the Year,” un brano registrato per la prima volta nel 1963 dal cantante pop Andy Williams. Io la associo sempre a “Mamma ho riperso l’aereo” (in originale “Home Alone 2”), film dannatamente anni Novanta che, come tantissimi altri sia in America che in Italia, avrò visto e rivisto un minimo di cento volte da bambina.

Il testo della canzone dice esattamente tutto ciò che potete già immaginare dal titolo, regalandoci un elenco di belle cose che la gente fa quando arriva il Natale. Una delle strofe, tradotta in Italiano, fa più o meno così:

Ci saran feste da dare
E marshmallows da tostare.
Carole sotto la neve da cantare,
Storie spaventose di fantasmi da raccontare,
e il glorioso ricordo dei Natali passati da rievocare.

Tutto molto easy ed esportabilie, insomma, fino a quando non arriviamo alle scary ghost stories, le “storie spaventose di fantasmi da raccontare”. Qui, chi non conosce a fondo le tradizioni natalizie del mio paese di solito si sente un po’ perso, per poi fare spallucce e passare oltre. Ogni anno infatti vedo circolare su Internet battute come questa:

Sicuramente chi ha scritto “It’s the Most Wonderful Time of the Year” non aveva la più pallida idea di che cosa fosse il Natale, vero? Il Natale è un giorno pieno di gioia, di Babbo Natale, di feste in famiglia, di regali, non certo di fantasmi brutti e cattivi. Forse l’autore della canzone non festeggiava affatto il Natale e, una volta ingaggiato per scriverci sopra una canzone, l’avrà scambiato per Halloween.

E invece no. Esiste in America (o quantomeno fra gli americani di origine anglosassone) l’antica tradizione di raccontare storie di fantasmi a Natale. Una tradizione che purtroppo oggi sta scomparendo. Questa usanza però sopravvive ancora nel Regno Unito. Ed è proprio nell’Inghilterra vittoriana che che vide la sua età dell’oro, grazie anche ad autori di grosso calibro come Charles Dickens. I fantasmi che visitarono Ebenezer Scrooge nel famossissimo Canto di Natale (1843), infatti, non furono certo i primi associati alle Feste, ma resero decisamente più popolare il genere letterario a cui appartevano le loro storie, sancendo una specie di Rinascimento britannico degli spettri natalizi.

In effetti non è un mistero l’epoca vittoriana fosse ossessionata dagli spiriti dei morti. Proprio in quegli anni, come è noto, in Europa e nella costa Est degli Stati Uniti nasceva lo spiritismo moderno, che trasformò sedute spiritiche e medium in fenomeni di costume e diede a tantissima gente l’illusione di comunicare con i defunti da entrambe le sponde dell’Atlantico. In questo contesto, risulta facile capire come l’antica associazione fra le festività natalizie ed il mondo degli spiriti fece impazzire il pubblico dell’epoca.

Dickens stesso continuò a diffondere la tradizone ben dopo la pubblicazione del suo Canto di Natale, spesso dedicando i numeri festivi del periodico da lui diretto, il “All the Year Round”, a racconti di questo genere. E non fu il solo. Nell’introduzione alla sua raccolta Storie di fantasmi di un antiquario, un testo fondamentale per gli amanti delle novelle gotiche inglesi, M.R. James ci racconta che i suoi racconti “venivano letti il giorno di natale a (suoi) amici del King’s College, a Cambridge.”

Il giro di vite di Henry James, un’altra storia di fantasmi, apre con una cornice simile, in cui l’autore spiega come la storia contenuta nel libro venisse raccontata davanti al caminetto proprio la Viglia di Natale. Moltissimi altri grandi autori della letteratura vittoriana hanno contribuito al fenomeno, fra cui Elizabeth Gaskell, Charlotte Riddell, E Nesbit, Wilkie Collins. E, se volessimo andare solo un po’ oltre quest’epoca, potremmo includere anche altri autori del calibro di Edith Wharton, D.H. Lawrence, ed Algernon Blackwood.

E allora perché fantasmi a Natale? Non si sa esattamente. Nell’introduzione a una delle sue ben quattro raccolte di novelle di genere horror-natalizio per la British Library, la curatrice Tanya Kirk ipotizza vari motivi, come le credenze dei primi cristiani ripetto all’attività delle anime in Purgatorio durante vigilia di Natale, o il fatto che il Solstizio d’Inverno, che cade pochi giorni prima la notte di Natale, rende quest’ultima una delle notti più lunghe dell’anno. Su Internet di può trovare anche gente che ipotizza una connessione fra il Natale e la festa pagana di Yule, diffusa fra i popoli germanici e intrisa di presenze fantasmatiche, senza però darne una dimostrazione definitiva. Anche perchè, quando si tratta di inventarsi cose macabre, i cristiani in fondo non sono mai stati secondi a nessuno.

Comunque, anche se non so spiegarvi l’origine di questo fenomeno, posso immaginarne l’attrattiva. Io adoro il Natale, ma tutta la festosità della stagione può sembrare un po’ forzata senza un qualcosa che la contrasti. Quando faccio le mie playlists per le Feste, Jingle BellsFeliz Navidad non possono mancare, ma da sole non bastano. Serve sempre inserire qualche brano più melanconico per bilanciare emozionalmente la playlist. Sarà per questo che la gente continua ad ascoltare Have Yourself a Merry Little Christmas e che ogni tanto si sente ancora intonare la Coventry Carol, un tetro canto di Natale inglese del XVI secolo. Per lo stesso motivo, a Natale sarebbe intollerabile (beh, almeno per me) guardare solamente i film della Hallmark o leggere solo i suoi equivalenti letterari.

E poi ascoltare o leggere una storia dell’orrore quando si è comodi e al caldo può regalarci uno strano piacere. Il fatto che a tutti noi piaccia sentire l’adrenalina scorrere senza metterci veramente in pericolo non è forse uno dei principi chiave dell’intero genere horror? Godiamo della paura solo se ci sentiamo al sicuro, e quale ambiente può essere mai più sicuro di casa propria a Natale, magari in compagnia degli amici più cari davanti a una bella tazza di vin brulè?

Quindi, secondo me, quella di leggere o raccontare storie di fantasmi a Natale è una tradizione che forse vale la pena di rivitalizzare, magari anche provando a viverla di persona. E questo articolo infatti non sarebbe completo senza almeno un consiglio di lettura per provare anche voi l’ebrezza di un Natale in compagnia dei non-morti. Se vi piace leggere, consiglio senz’altro The Curse of the Catafalques, un racconto di fantasmi scritto da F. Anstey nel 1882 (e pubblicato in italiano all’interno della raccolta di novelle horror a tema natalizio Un Fantastico Natale), che mescola con maestria suspense e ironia. Buona lettura, quindi, e buone Feste!

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