Questa è una notizia di un paio di settimane fa. Un account di una donna tarantina che denunciava l’aggressione, da parte di richiedenti asilo, al marito.
La cosa puzzava fin dall’inizio per almeno tre motivi:
- Dalle foto pubblicate chiunque con un minimo di esperienza poteva notare che le condizioni dell’uomo difficilmente risultavano compatibili con un pestaggio (ma lì non è colpa vostra, è che non vi hanno mai menato veramente).
- L’account della signora contava al momento meno di 200 contatti, ma il post aveva ricevuto quasi 4000 condivisioni, in particolare dai vari capibastone di ultradestra locali, e questo lasciava intendere che fosse rientrato in qualche azione coordinata dai vari account micro influencer e/o troll (nel loro caso c’è poca differenza) che sono il centro nevralgico della propaganda sovranista sui social.
- Nessuna testata giornalistica online locale aveva parlato dell’accaduto e, considerato quanto ultimamente quel sistema sia schiavo del clickbaiting, la cosa lasciava immaginare che la notizia avesse addirittura meno credibilità del minimo sindacale sufficiente per finire su qualche sito di informazione che vive di adsense (ed è basso).
Ovviamente salta fuori che, come da prassi, la notizia era falsa: l’uomo ha subito una caduta accidentale e nessun migrante era coinvolto nella cosa o anche solo presente sulla scena.
I miei complimenti a chi ha contribuito a condividere questa ennesima narrazione tossica, allarmista e calunniatoria.
A mio parere meritereste azioni legali secondo l’articolo 658 c. p. ma, nel dubbio, personalmente mi limiterò a fare in modo che queste porcate di cui vi rendete protagonisti vengano ricordate a lungo. Bacioni.
Articolo di riferimento su Bufale.net
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