La versione di Žižek: “Lo ‘stupro’ dell’Ucraina da parte della Russia era inevitabile?”

Di Slavoj Žižek, traduzione di Dario De Leonardis.

Nel corso di una conferenza stampa svoltasi all’inizio del Febbraio 2022, Vladimir Putin ha dichiarato che al governo ucraino l’accordo di Minsk non è mai piaciuto. Rivolgendosi direttamente agli Ucraini, ha poi aggiunto: “Che vi piaccia oppure no, è il vostro dovere, bellezze mie”.

Queste affermazioni hanno ben note connotazioni sessuali. Putin sembra averle citate direttamente dall’album “Sleeping Beauty in a Coffin” dei Red Mold, un gruppo punk-rock famoso in Russia fin dall’era sovietica. Il testo di una delle canzoni contenute in quell’album infatti diceva: “la bella addormentata è in una bara. Mi sono insinuato e me la sono scopata. Che ti piaccia oppure no, ora dormi, bellezza mia”.

La copertina di “Sleeping Beauty in a Coffin” dei Red Mold (2014)

Il rappresentante della stampa del Cremlino ha in seguito affermato che la dichiarazione di Putin avrebbe fatto riferimento non tanto ad una canzone punk quanto ad una vecchio proverbio russo. Ciononostante, il riferimento all’Ucraina come oggetto di necrofilia e stupro da parte di Putin rimane ben chiaro. D’altra parte il Presidente russo non è nuovo a queste uscite. Già nel 2002, infatti, Putin aveva risposto ad una domanda scomoda di un giornalista occidentale con una minaccia di castrazione piuttosto volgare: “Se vuoi diventare un terrorista islamico e sei pronto a subire la circoncisione, allora ti invito a Mosca. Siamo un paese multiconfessionale. Abbiamo specialisti che fanno eccellenti circoncisioni. Raccomanderò loro di eseguire l’operazione in modo tale che dopo non ti ricrescerà più nulla”.

Non c’è quindi da stupirsi che Putin e Trump rimangano amici, nonchè compagni di volgarità. La controargomentazione che si sente spesso ripetere su questo tema è che politici come Putin e Trump almeno dicono apertamente quello che vogliono dire evitando l’ipocrisia. In questo caso però io non posso che sostenere con tutto il cuore l’ipocrisia. Infatti, il registro formale dell’ipocrisia non è mai una semplice forma. Esso invece contribuisce pienamente al contenuto delle affermazioni ipocrite. In questo senso, quando una frase ipocrita abbandona le sue caratteristiche formali, il suo contenuto viene giocoforza brutalizzato. Le dichiarazioni oscene di Putin devono essere quindi lette nel contesto della crisi ucraina, che viene presentata dai nostri media come una minaccia di “stupro nei confronti di un paese legittimo”.

A conti fatti, questa crisi non è priva di aspetti comici. Il che, nel mondo di oggi, costituisce una prova che questa è una crisi seria. L’analista politico sloveno Boris Čibej ha sottolineato il carattere comico delle tensioni intorno all’Ucraina fin dall’inizio del 2022, facendo notare come “coloro che dovrebbero attaccare l’Ucraina (cioè la Russia) sostengono di non avere alcuna intenzione di farlo, e coloro che agiscono come se volessero evitare l’attacco (cioè la NATO) insistono che l’attacco stesso sia inevitabile”. Nelle scorse settimane, infatti, gli Stati Uniti, cioè i protettori dell’Ucraina, hanno ripetutamente annunciato che la guerra sarebbe esplosa da un momento all’altro, mentre il presidente dell’Ucraina, cioè la vittima attesa dell’attacco russo, metteva in guardia contro l’isteria da guerra e invitava tutti alla calma.

È facile reppresentare questa situazione come uno stupro. La Russia, che è pronta a violentare l’Ucraina, sostiene di non volerlo fare. Nel frattempo però fa capire tra le righe che, se non ottenesse del sesso consensuale dall’Ucraina, sarebbe anche pronta a commettere uno stuprio (ricordate la volgare risposta di Putin). In questo modo, la Russia accusa implicitamente l’Ucraina di averla provocata a commettere lo stupro in questione. Gli Stati Uniti, che invece vogliono proteggere l’Ucraina dallo stupro, suonano il campanello d’allarme sulla minaccia di stupro imminente da parte della Russia allo scopo di potersi ri-affermare come protettore degli stati post-sovietici. Questa protezione non può però non ricordarci quella di un mafioso locale che offre ai negozi e ai ristoranti del suo quartiere una “protezione” contro le rapine, con la velata minaccia che, in assenza della sua protezione, qualunque cosa potrebbe succedere da un momento all’altro. L’Ucraina, ovvero il bersaglio della minaccia di stupro, cerca infine di mantenere la calma, spinta al nervosismo anche dai continui campanelli d’allarme da parte degli Stati Uniti, rimanendo consapevole che tutto questo clamore potrebbe spingere la Russia a stuprarla per davvero.

Cosa c’è dunque dietro questo conflitto con tutti i suoi imprevedibili pericoli? E se questo conflitto fosse così pericoloso non perché riflette la forza crescente di Russia e Stati Uniti ma, al contrario, proprio perchè essso dimostra che questi due stati non sian in grado di accettare il fatto di non essere più vere e proprie superpotenze?

Quando, al culmine della guerra fredda, Mao Zedong disse che gli Stati Uniti sono, con tutte le loro armi, una tigre di carta, dimenticò di aggiungere che le tigri di carta possono essere più pericolose delle tigri reali quando sono troppo sicure di sé. Il fiasco del ritiro dall’Afghanistan è stato solo l’ultimo di una serie di colpi alla supremazia statunitense, mentre lo sforzo della Russia di ricostruire l’impero sovietico non è altro che un disperato tentativo di coprire la propria decadenza. Il che rende ancora più efficace la metafora dello stuprio, visto che (a livello psicanalitico) gli stupri solitamente segnalano l’impotenza dell’aggressore più che una qualunque colpevolezza da parte delle vittime.

Questa impotenza è addirittura palpabile ora che l’atto di stupro è iniziato con la prima penetrazione diretta dei militari russi in Ucraina, che è da considerarsi la prima solo se evitiamo di considerare il ruolo osceno svolto nel paese dal gruppo Wagner, una Compagnia Militare Privata i cui contractors hanno preso parte a vari conflitti, comprese le operazioni nella guerra civile siriana, in Crimea, in Africa centrale e nella Republika Srpska in Bosnia. Questo gruppo di mercenari anonimi, che risponde ad un’unità del Ministero della Difesa Russo ed è stata utilizzata dal Governo russo in conflitti dove è necessaria la negabilità, opera da anni nel Donbass, organizzando la resistenza “spontanea” all’Ucraina (come hanno già fatto in Crimea) da parte delle milizie separatiste locali.

Tutti noi dei paesi che devono assistere alla triste vicenda dello stupro dell’Ucraina dovremmo essere consapevoli che solo una vera castrazione impedisce lo stupro. Dovremmo quindi raccomandare alla comunità internazionale di effettuare un’operazione di castrazione sulla Russia ignorandola ed emarginandola il più possibile, facendo in modo che dopo non cresca più nulla della loro autorità globale.

Slavoj Žižek è un filosofo e teorico sociale psicoanalitico. È ricercatore senior presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Lubiana; professore alla Scuola di Diritto e direttore dell’Istituto per le Scienze Umanistiche di Birkbeck, Università di Londra; Distinguished Scholar alla Kyung Hee University, Seoul; e Visiting Professor al Dipartimento di Tedesco della New York University. Il suo campo di ricerca comprende la teoria psicoanalitica lacaniana, le interpretazioni metafisiche dialettico-materialiste dell’idealismo tedesco e la critica marxiana dell’ideologia. E’ autore di più di sessanta saggi in inglese, i quali sono stati ampiamente tradotti. Le sue ultime pubblicazioni includono “Pandemic!” (2020), “Pandemic! 2” (2020), “Hegel in a Wired Brain” (2020), “Sex and the Failed Absolute” (2019), “Like A Thief In Broad Daylight” (201), “Reading Marx” (2018), e “Incontinence of the Void” (2017).

Articolo completo (in inglese) disponibile a questo link.

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