Nato per Lei: intervista all’attore Pierluigi Gigante sulla cangiante Salerno

In attesa dell’uscita nelle sale cinematografiche italiane del film “Nata per te” del regista Fabio Mollo, chiedo a Pierluigi Gigante, protagonista della pellicola, di rilasciarmi un’intervista e di poterlo fotografare nella sua amatissima città: Salerno.

Ho conosciuto Pierluigi una decina di anni fa nella campagna viterbese in occasione delle prove per lo spettacolo teatrale “Processo e morte di Luigi XVI” di Lucia Nardi, per la regia di Luigi Di Majo.

Pierluigi Gigante nelle vesti del girondino Buzot, ed insieme agli attori della Compagnia teatrale “Toghe in Giallo” nella parte dei rivoluzionari francesi. Foto di Massimo Maselli © 2014

In quell’occasione ho fotografato per la prima volta Pierluigi e con lui per la prima volta ho discusso della città di Salerno. Io che in quella città avevo svolto i miei studi universitari, lui che di quella città sarebbe presto diventato volto noto.

In questi dieci anni Pierluigi ne ha fatto di strada come attore. Ma in questa intervista fotografica per Deep Hinterland, piuttosto che della sua brillante carriera di attore, vorrei che Pierluigi parlasse della sua città, di quella Salerno che ho rivisto dopo più di trent’anni e che ho stentato a riconoscere.

Ci diamo appuntamento in una storica gelateria sul Lungomare di Salerno.

Ghiottonerie sul Lungomare salernitano. Photo Credit: Massimo Maselli.

Pierluigi, tu che sei dello storico quartiere del Carmine di Salerno, cosa mi sai dire della reale o solo apparente trasformazione radicale della città? Ovvero, pensi sia solo qualcosa di “facciata”, di superficiale, o pensi che la nota “amministrazione De Luca” abbia profondamente inciso sull’identità di Salerno? E come?

Penso che, come per ogni città che vuole svilupparsi, innanzitutto il rinnovamento deve partire dal basso. Così penso che i protagonisti di questo cambiamento siano stati i Salernitani. Ognuno ha fatto qualcosa: era forte la volontà di migliorarsi e di farlo insieme, noi Salernitani siamo un tutt’uno con la nostra terra, alla quale siamo visceralmente legati. L’amministrazione De Luca ha sicuramente aiutato e fatto tanto, ma gran parte del merito va a noi cittadini. Salerno non ha perso e mai perderà la sua identità, perché siamo troppo fieri ed orgogliosi di ciò che siamo.

Lungomare e porti di Salerno. Photo Credit: Massimo Maselli.

In una prima ed informale chiacchierata, quando ti ho ritratto fotograficamente sullo sfondo della città, mi hai parlato con orgoglio dell’anima “pescivendola” di Salerno. Mi puoi meglio precisare?

La mia città conta circa 200mila abitanti, quindi si tratta di una realtà urbana medio-piccola. Tuttavia abbiamo quattro porti ed una buona parte della nostra economia è legata al commercio ittico. E siccome è da sempre così, c’è chi ci prende in giro chiamandoci “pisciaiuoli”. Ovviamente noi siamo molto fieri di questa identità marinara e per niente disturbati da questi sfottò.

Pierluigi come un “pisciaiuolo” by Massimo Maselli © 2023.

Si parla spesso della rivalità con la città di Napoli. Quanto c’è di vero o di falso in questa pretesa e lontana inimicizia?

È più che altro una questione calcistica, sportiva. È bello che ci siano ancora queste rivalità sane, direi goliardiche. Altrimenti sarebbe tutto più noioso. Le due città non sono in conflitto, anzi. Siamo parte dello stesso territorio, della stessa regione, ed è giusto che ci sia collaborazione. Molti imprenditori napoletani hanno deciso di investire e quindi trasferirsi a Salerno, tanti lavorano facendo la spola con Napoli. Ma poi il derby è il derby! E quella è un’altra storia!

Murales Maradona a Napoli by Massimo Maselli © 2023.

Quando ti ho conosciuto anni fa, mi dicevi della tua passione per il calcio e del tuo tifo da ultras per la Salernitana. Tuo nonno, Luigi Gigante, è stato un calciatore della squadra granata con oltre 200 partite disputate. Ti senti ancora un ultras o come tifoso ti sei nel frattempo placato?

Placarmi è impossibile! Ho iniziato a respirare Salernitana ancora prima che nascessi. Oltre che mio nonno, anche mio padre ha giocato con la Salernitana. La Salernitana è nel mio DNA. Per me non si tratta di una semplice squadra di calcio: “È la nostra vita!”, come diceva “il Siberiano” (ndr, uno degli storici capi ultras). Non posso fare a meno di pensare sempre alla mia squadra e le emozioni ed i sentimenti che mi trasmette li porto anche nel mio lavoro. Perché sono troppo forti e incontenibili.

Duomo e Via dei Mercanti a Salerno. Photo Credit: Massimo Maselli.

Per ragioni di lavoro sei spesso a Roma. Come percepisci, come senti la tua città a distanza? Cosa provi quando vi fai ritorno dopo una lunga assenza?

A dire il vero torno abbastanza spesso a Salerno, perché sento come una sorta di saudade, come quella struggente dei Brasiliani. Non riesco a stare lontano da casa per troppo tempo. Quando viaggio in treno, gli ultimi minuti prima dell’arrivo in stazione mi riempiono di adrenalina e così inizio a cantare e tamburellare in prossimità della porta d’uscita, come un bambino felice.

Un caffè con Pierluigi nella sua Salerno. Photo Credit: Massimo Maselli.

Ora voglio farti una domanda che ci riporti un po’ alla tua professione di attore, ma senza tralasciare Salerno. Quando hai deciso di diventare attore? Scelta voluta o piuttosto dettata dal caso? In questa scelta c’entra qualcosa Salerno? O piuttosto pensi che questa città ti abbia in qualche modo limitato?

La scelta è stata molto naturale. Quando frequentavo il liceo “Giovanni Da Procida”, a Salerno, ho partecipato ad un corso di teatro organizzato dalla mia scuola. A partire da quella esperienza scolastica mi sono innamorato della recitazione. Poi la mia famiglia e le persone a me più care mi hanno spronato, invogliato e sostenuto tanto. Hanno creduto in me prima ancora che ci credessi io. E allora ho deciso che questa passione dovesse diventare una professione. C’è la mia casa a Salerno, la mia famiglia, i miei affetti, i miei amici, la mia gente. Loro sono la mia vita, la mia principale risorsa, il nutrimento che mi serve per andare avanti. È grazie a loro che non smetto di credere nei sogni.

Villa Comunale di Salerno. Photo Credit: Massimo Maselli.

Per concludere, lascio a te aggiungere qualcosa che pensi sia stato tralasciato nella nostra intervista: un ricordo, un aneddoto, un rammarico, un pensiero nascosto, qualunque cosa tu voglia aggiungere per svelare il mistero di questa camaleontica o cangiante città di mare.

Salerno è una città ricca di arte e cultura. Basta girare nel rione “Fornelle” per ammirare i murales e respirare la “salernitanità”; oppure andare a zonzo per il centro storico e leggere in ogni cosa le poesie di Alfonso Gatto, il più grande poeta salernitano. Il nostro Duomo è qualcosa di magico, la cripta è un incanto. Siamo pregni di stupore, tanto in città quanto lungo la Costiera Amalfitana e quella Cilentana. Ovunque ci sentiamo al centro di uno spettacolo della Natura. Ed io mi avverto come un umile figlio di questa terra ricca di meraviglia, e ne sono estremamente orgoglioso e grato di esserci.

Le foto nella galleria a scorrimento a corredo di questa intervista sono tutte originali di Massimo Maselli © 2023.

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