Intervisto la stilista ucraina Khrystiana Grechanovska, fondatrice del brand Mary&Co che attualmente vive in Germania, per Deep Hinterland. Ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato a collaborare artisticamente prima dell’attuale guerra in corso nel suo paese. Da quel 24 di febbraio del 2022 le vite di tutti noi sono drammaticamente cambiate.
L’esperienza vissuta in prima linea da Khrystiana merita però un’attenzione particolare perchè è emblematica di come sia stata stravolta da un giorno all’altro l’esistenza di milioni di pacifici, laboriosi e creativi ucraini.

Quando hai iniziato la tua attività di creatrice di moda? Coincide con la nascita del brand Mary&Co?
Sono ucraina, nata e cresciuta in Ucraina. Fin dall’asilo disegno schizzi di vestiti, quindi questa idea mi accompagna da sempre. Potrei dire di aver cominciato a sentirmi una designer sin da bambina, reinterpretando vecchi vestiti. Come brand Mary&Co ho iniziato ufficialmente l’attività nel 2020.

Qual è la tua formazione? Mi dici qualcosa del tuo stile? A cosa ti ispiri? C’è un periodo nella storia della moda a cui ti riferisci particolarmente?
Mi ispiro ai colori pastello, alle diverse trame e ai ricami vintage. Ho un sentimento speciale per il periodo rinascimentale e ne sono particolarmente felice!
Ora vorrei farti qualche domanda sulla situazione attuale. Come hai vissuto il 24 febbraio, giorno dell’attacco russo contro l’Ucraina? Dov’eri? Cosa stavi facendo quel giorno?
Prima della guerra vivevo e lavoravo ad Odessa. Ma il 24 di febbraio mi trovavo a Chernihiv[1] per assistere mia madre malata. In quella data avevo trasferito parte del mio atelier da Odessa per poter lavorare da remoto. I miei compiti erano l’acquisto di materiali, il controllo del cucito e la creazione di idee creative e schizzi. Il 24 febbraio, io e la mia famiglia siamo stati svegliati da una telefonata di mia sorella, alle 5:30 del mattino, in cui ci diceva che la guerra era iniziata. Non ho creduto fino all’ultimo che le truppe russe sarebbero entrate in città, ma quando i miei parenti hanno chiamato dalla periferia, che i carri armati russi erano diretti a Chernihiv, era già troppo tardi per partire, perché in città non c’era più benzina. Due giorni dopo già non c’erano neanche più luce e gas e questo assedio è durato per tre lunghe settimane, fino ad un tentativo di evacuazione finalmente riuscito.


Quando hai deciso di andare in Germania? E perché proprio la Germania?
L’evacuazione è avvenuta attraverso campi minati e sotto il suono di aerei da combattimento russi. Eravamo in sette persone in una piccola macchina. Ci siamo diretti a Kiev e da Kiev abbiamo poi preso il treno per Helm, in Polonia. Dalla Polonia ci è stato consigliato di andare in Germania perché c’era un posto dove stare. Non ho intenzione di rimanere a lungo in Germania, qui ad Oldenburg. Lo sento come un luogo di protezione temporaneo.

Mi puoi dire come siete stati accolti in Germania in quanto rifugiati?
Devo dire molto bene, tutti si sono prodigati in aiuti. La nostra prima accoglienza è avvenuta in albergo.
Tornerai in Ucraina per vivere ancora lì, o pensi che potresti trasferirti definitivamente in Germania o in altro Paese europeo?
Sì, tornerò sicuramente in Ucraina quando la guerra sarà finita. Ma prima ho intenzione di ottenere una formazione europea in Public relation e “sistematizzazione della produzione”.

Prima di chiudere questa breve intervista e lasciare al lettore le immagini da te scelte di vita e di morte, raccontami un episodio che ti ha particolarmente colpito di questa terribile vicenda dell’invasione russa del tuo Paese.
In una delle foto che ti ho inviato si può vedere una casa che sta andando a fuoco, lì è caduto un aereo russo che è stato abbattuto con una vecchia pistola da un impiegato delle poste. Questa è una storia vera.

Carissima Khrystiana, questo episodio di resistenza ucraina mi conferma ciò che in tanti hanno scritto, anche in Italia, all’indomani dell’invasione russa: “gli ucraini si difenderanno anche con le fionde e non si arrenderanno mai”.
Note
[1] Chernihiv è una città dell’Ucraina settentrionale a circa 140 km da Kiev.

Cosentino di nascita, sopravvivo a Roma, estrema propaggine di Calabria. Artista visivo, da qualche anno in prestito alla fotografia, mi accorgo di continuare a dipingere anche quando scatto foto. La verità è che non capisco mai nelle cose che faccio dove inizia e finisce la pittura, dove la scenografia, la ceramica, la scultura, la fotografia. Capita pure di essere premiato, così è successo nel 2005, nell’ambito della III Biennale Internazionale della Magna Grecia di San Demetrio Corone (CS). Ho voluto che il dipinto presentato in quell’occasione, “Bastardo a Sud”, fosse l’immagine emblematica della mia rubrica su DEEP HINTERLAND: quale immagine migliore per i miei “percorsi artistici marginali”?