“From”: come MGM è riuscita veramente a spaventarmi

Immaginate questa scena. È tardi, voi e chi con voi avete già speso le vostre prestabilite due ore di cinema domestico dopo cena, ma per qualche motivo non avete ancora voglia di ritirarvi. Il catalogo Netflix è una disperazione, su Prime non si capisce niente. Ah, dimenticavo: siete fan del cinema dell’orrore e, fatte salve quattro o cinque sporadiche e munifiche schermoapparizioni, la filmografia disponibile non vi ha concesso il piacere di spaventarvi veramente da quando, all’età di otto anni, per qualche motivo beccaste Shining in TV. “Ormai l’horror non fa più paura, tanto”; “a me fa ridere”. Immaginata? Bene.

Ora, il telecomando galoppa, e questo lo avete già visto, e questo fa schifo; e questo…e questo che è? “Non saprei”; “From”, dice. “È una serie?”. “Sì”; “leggi ‘m po’”. Così, leggete. Una famigliola capita in un paese della provincia americana donde non riesce più a trovare via d’uscita; ciò che, per contro, vi trova, sono creature inspiegabili che di notte sortiscono per uccidere chiunque non abbia trovato riparo durante il giorno, e due comunità residenti del pari intrappolate che cercano, come possono, di resistere. “Proviamo?”; “daje”.

Questa scena: io, dieci giorni fa. Tre stagioni dopo, a bocca aperta, e consultando informazioni in rete sull’ibernazione per rendere l’attesa di “From: stagione 4”, previsto per il 2026, meno intollerabile, ve ne scrivo questo accorato elogio. Perché, se è vero che delle ragioni profonde che ne hanno portato generazioni di amanti a resistere alle sue correnti sovente alterne, l’horror pare di frequente scordare proprio quella principale, la paura, lo spavento, il terrore, è pure vero che quando una breccia nella maglia si ritrova, beh, occorre festeggiare!

“From” è una serie creata per la televisione da John Griffin e prodotta da Metro-Goldwyn-Mayer (o, come la chiamo io affettuosamente, la MGM) attraverso le sue sussidiarie Epix, prima, e la piattaforma portabandiera MGM+, poi. Esordendo nel 2022, e avendo ricevuto plauso di critica e pubblico, la serie è stata rinnovata finora tre volte, con una seconda stagione nel 2023, e la terza, conclusasi pochi giorni fa con le strabilianti rivelazioni dell’ultimo episodio disponibile. Ma tutto questo lo trovate su Wikipedia, non c’è bisogno ci perda tempo io. La vera domanda che immagino vi stiate ponendo è: cosa c’è di così speciale, perché ne sto parlando oggi? Due motivi, abbiate la grazia di pazientare attraverso entrambi.

Anzitutto, qui credo che una riflessione più generale sul ruolo della “trama” nell’intrattenimento seriale si imponga. In effetti, presumo non sia facile per un’industria disintossicarsi da una ventina d’anni (diciamo arbitrariamente 1990-2010?) di episodismo sfrenato, dove era possibile zompare episodi a pie’ pari senza neanche accorgersene. Perché si loda tanto “Breaking Bad”? Per la tragedia che porta innanzi, per la qualità della regia, la recitazione, certo, tutto questo. Ma soprattutto per una trama che non ha cedimenti, che non lascia spazio a falle, che si riempie di elementi senza per questo mai crepare sotto il proprio peso. Ecco, tutto questo è anche “From”.

Non che non ci possa essere arte senza questa devozione alla matematica della storia, ci mancherebbe. Io adoro “Stranger Things”, credo sia un prodotto altissimo – ma di certo non ne predico che sia un trionfo di coerenza interna. L’arte è questo, ma anche altro. Perciò, sebbene, a mio avviso, buona parte di ciò che rende “From” tanto incredibile sia proprio il rispetto, direi romanzesco, per la narrazione, neppure questo può bastare. E allora cosa, cosa? Come mai così tanta ammirazione? Lasciate che ve lo dica in francese, qui di seguito (e siamo al motivo numero due).

“From” fa cagare sotto dalla paura.

E sì, forza, gridiamolo, e torniamo così facendo al punto originale (come Trump sostiene di fare nel suo “weave”; parlando di cose terrificanti): lo spavento! La squacchera! Quando è successo, davvero, che l’horror ha smesso di farci zompare sulla sedia? Certo, non c’è mai stato “solo quello”: c’è il disgusto lento del body horror, l’inquietudine perversa delle violazioni, e le persone-gatto che non si vedono mai, ma diamine, il cinema, regno della meraviglia – e del terrore!, dove è finito?

E questo calo è prodotto dei tempi? Del mercato? Non lo so. Quello che so è che, se state cercando qualcosa che davvero vi inquieti, vi spaventi, vi faccia trasecolare e sappia sorprendervi sempre, senza per questo abdicare a una struttura inespugnabile, non cercate oltre – “From” è quello che vi serve!

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