Omaggio a Garcìa Lorca, poeta a New York: intervista a Josè Louis Castañ

Ho conosciuto José Luis Castañ a Valencia come docente di “fabbricazione di gioielleria” dello IES – Molin del Sol.

José Louis Castañ

Da quell’incontro e dal desiderio di José Luis di mostrarmi le sue creazioni ispirate a García Lorca e nata l’idea di un’intervista per Deep Hinterland. Premetto che le sue spille assemblate sono delle vere e proprie piccole sculture, dove le pietre colorate dialogano con il metallo di contenimento e la base in pvc, sulle quali sono a loro volta riprodotte a stampa in bianco e nero scene di vita urbana e figure umane erranti.

Caro Luis, quando nasce questa idea di un omaggio a García Lorca?

Nell’estate del 2012 stavo trascorrendo alcuni giorni di vacanza con la mia famiglia in montagna non lontano da Valencia. Ricordo quel momento misto di passione e meditazione favorita dal silenzio dei luoghi. Ho avvertito forte un bisogno nel profondo della mia anima: attraverso il ricordo della poesia di Federico García Lorca, ho avuto il desiderio di tornare ad essere quel bambino fragile e nascosto che abbiamo nel profondo del nostro essere. In quel preciso momento è nata l’idea ed ha cominciato a maturare in me. Inizialmente mi sono ispirato all’opera lorchiana “Antologia poetica”, poi ho continuato con “Poeta a New York”.

Cosa rappresenta questo poeta per te?

Questa domanda è molto grande e implicherebbe una risposta molto lunga. Ma provo a dirlo in breve: Federico García Lorca rappresenta appieno il mistero della vita e della morte, dell’amore e del morire d’amore, l’onirico, la libertà. I suoi idoli sono diventati i miei. La ricerca attraverso l’espressione ed il sentimento artistici del “religioso” che, per mezzo della poesia, si fa “umano”.

Considerando innanzitutto gli aspetti contenutistici, cosa hai voluto rappresentare artisticamente?

Un viaggio nel tempo, accompagnato da Lorca, nella New York del 1929. Immersi in quella crisi finanziaria che oggi risuona incessantemente nella nostra sensibilità. Perché sovente manca la consapevolezza del tempo, una memoria più lunga della nostra esistenza, per capire il presente.

Tutti i fotogrammi di cui mi sono avvalso sono rigorosamente in “bianco e nero”, che indubbiamente favorisce la focalizzazione su ciò che si vuole rappresentare e concentra i nostri sguardi sull’essenziale. In sintesi, questa è per me la questione centrale della mia proposta artistica: la disumanizzazione della società contemporanea.

Quanto invece agli aspetti meramente formali, come definiresti la tua espressione artistica in questo ciclo?

Un processo di ricerca attraverso differenti aspetti formali: dal figurativo (iconico) all’astratto (aniconico), in cui sempre possiamo apprezzare un orizzonte estetico che domina su tutto il lavoro.

Qual è il tuo prossimo progetto artistico? Puoi anticipare qualcosa ai lettori di Deep Hinterland?

Di recente ho iniziato a lavorare su di una nuova idea o proposta artistica. Prevalentemente sento di dover dipingere su metallo. I temi e gli interessi che sto veicolando nella mia produzione artistica più recente ripartono dalla varietà e sensibilità artistica del poeta Miguel Hernández, ma anche da illustrazioni grafiche di opere letterarie o artistiche più in generale. Una continua contaminazione tra arti visive e poesia, dove la modulazione di linee e colori si nutre costantemente della parola poetica.

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